Democrazia a intermittenza: la voce del voto contro l’indifferenza

di Nadia De Vita.

«È stato detto da qualche politico di non andare al voto: invece, appena succede un evento che ci tocca da vicino ci si lamenta, ma se non si vota sta lì il problema.» Questa frase, raccolta da Giovanni Chiarella nel progetto “Fermiamoli con il voto” promosso da Future Vox, racchiude una verità disarmante: non possiamo permetterci di abbandonare il nostro potere democratico, perché proprio nei momenti in cui restiamo in silenzio, chi dovrebbe agire continua a non farlo.

L’indignazione è legittima, ma da sola non basta. Serve partecipazione, consapevolezza e responsabilità. Il tema del femminicidio – e più in generale della violenza di genere – è da anni oggetto di dibattito e promesse elettorali. Tuttavia, di fronte all’ennesimo caso di cronaca, la politica si mostra spesso impreparata, retorica e priva di azioni incisive.

La responsabilità non è solo di chi ci governa, ma anche di chi li ha eletti. O peggio: di chi ha scelto di non votare. Il progetto “Fermiamoli con il voto” nasce proprio da questa consapevolezza: promuovere la cultura del voto come forma di attivismo concreto, capace di influenzare l’agenda politica, cambiare le priorità, dare spazio a nuove rappresentanze. È l’idea di un “activism marketing” che non si limita alla denuncia sui social, ma che trova nella partecipazione elettorale il suo momento culminante.

Siamo abituati a pensare al voto come a un gesto isolato, spesso inutile. E invece è esattamente l’opposto: è lì che si combattono le battaglie culturali. Quando non votiamo, lasciamo che decidano altri, spesso in direzioni che non ci rappresentano. E ogni astensione diventa uno spazio vuoto che qualcun altro riempie. Il femminicidio è solo uno degli esempi più tragici dell’immobilismo delle istituzioni. Ma lo stesso discorso si può estendere all’ambiente, alla precarietà lavorativa, alla sanità, all’istruzione. È attraverso il voto che possiamo “fermarli”, ovvero mettere un argine alle politiche che ci danneggiano, che ci ignorano, che ci escludono.

Non possiamo più permettere che la democrazia sia un’opzione, un appuntamento saltuario. Deve essere una pratica costante, un dovere morale, una forma di resistenza. Perché ogni volta che ci lamentiamo senza agire, ogni volta che gridiamo ma non scegliamo, ogni volta che lasciamo passare l’occasione del voto, stiamo – inconsapevolmente – legittimando lo status quo. Il cambiamento non è mai stato facile, ma comincia sempre da un gesto. Un gesto semplice, concreto, potente: una scheda elettorale tracciata con consapevolezza.

Scegliamo, votiamo, fermiamoli.

Nadia De Vita

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